Il 2 dicembre 2020 sono state depositate le motivazioni della sentenza con la quale lo scorso 22 settembre 2020 la sesta sezione penale della Corte di Cassazione è intervenuta in relazione all’avvenuto sequestro di telefoni cellulari e strumenti di archiviazione dati appartenenti ad alcuni finanziatori privati della Fondazione OPEN di Firenze (Cass. pen., sentenza n. 34265/2020).
La Corte ha annullato senza rinvio l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Firenze – che aveva confermato il decreto di perquisizione e il successivo sequestro probatorio – disponendo l’immediata restituzione di quanto sequestrato, con espresso divieto di trattenerne copia.
Lo Studio esprime vivo apprezzamento per i contenuti del suddetto provvedimento, con riferimento al quale l’avvocato Gian Paolo Del Sasso ha assistito uno dei ricorrenti, terzo ed estraneo rispetto alle indagini, colpito da sequestro.
Il Giudice di legittimità, in motivazione, approfondisce con grande puntualità i contenuti dei principi di pertinenzialità e proporzionalità che devono caratterizzare i sequestri probatori, specie quando riguardano beni appartenenti a terzi estranei al reato per il quale si sta indagando.
La sentenza, inoltre, ha il merito di sottolineare e valorizzare come, entro le coordinate dello Stato di diritto, non siano ammesse attività investigative “esplorative”, «finalizzate cioè alla eventuale acquisizione, diretta o indiretta, di altre notizie di reato».
Di seguito, è possibile scaricare copia del provvedimento della Suprema Corte.